«Il territorio del GAL Valle del Belìce è in fermento e oggi possiamo affermare che è da vivere a 360 gradi e l’invito è quello, a chi ha la possibilità, di sceglierlo per viverci». È quanto ha detto il direttore del GAL, Alessandro La Grassa ai giornalisti della Stampa Estera a Roma, invitato, insieme a Nicola Clemenza di “Agricola Futura” (capofila), a presentare il progetto “Civabe” (cibo della Valle del Belìce) ma anche le potenzialità che offre il territorio dei 12 Comuni del GAL Valle del Belìce.
«In pochi anni stiamo assistendo a un vero fermento culturale e sociale nella Valle – ha detto La Grassa – a partire dal riconoscimento di borgo più bello d’Italia a Sambuca di Sicilia che lì ha generato un vero ciclo virtuoso di gente del mondo che ha scelto Sambuca per investire e viverci. Ma c’è da tenere in considerazione anche i riconoscimenti di capitale italiana del Vino a Menfi nel 2023 e adesso dell’arte contemporanea dato a Gibellina per il 2026 che genererà flussi turistici e investimenti».
La Grassa per la Valle del Belìce strizza l’occhio con interesse ai nomadi digitali che a livello globale sono oltre 35 milioni e, secondo le stime elaborate da Forbes, raggiungeranno i 60 milioni entro il 2030. «Il territorio del Belìce ha tutte le carte in regola per essere scelto da chi lavora sul digitale anche a distanza e può combinare qualità della vita, ottimo cibo e benessere», ha aggiunto La Grassa. Il passo è quello di rafforzare la “brand identity”, patrimonio identitario unico, attraverso sinergia e rete. Alla stampa estera Nicola Clemenza ha presentato il progetto “Civabe” sostenuto dal GAL Valle del Belìce. «Con alleanze strategiche tra enti privati e pubblici e l’empowerment della comunità, abbiamo comunicato alla stampa estera la qualità del cibo del Belìce e il suo valore culturale, agricolo, sociale, etico e salutistico», ha ribadito Nicola Clemenza che sedici anni fa, proprio dalla stampa estera, fu premiato per il suo impegno nella salvaguardia della dignità degli agricoltori nel Belìce.
DA FERROVIA A CICLOVIA, LAVORI APPALTATI PER L’EX PARTANNA-SALAPARUTA
Sono stati appaltati i lavori per riconvertire l’ex linea ferrata a scartamento ridotto Partanna-Salaparuta in ciclovia del Belìce. Ad aggiudicarsi i lavori per un progetto di 807.439,98 euro è stata la ditta “Zab costruzioni srl” di Favara, che dovrà consegnare i lavori entro il 30 giugno. La somma è erogata dall’Assessorato regionale all’agricoltura al quale il GAL ha presentato il progetto nell’ambito della Strategia di sviluppo locale “Belìce 2020”. L’intervento interessa complessivamente 30 chilometri circa della vecchia linea ferrata a scartamento ridotto Castelvetrano-Salaparuta (nel tratto tra Partanna e Salaparuta), dismessa negli anni ’70, e un piccolo tratto (8 km) dell’ex linea Castelvetrano-Porto Empedocle, nel tratto vicino località Bertolino di mare a Menfi.
Quest’ultima è già una ciclovia e l’intervento riguarderà una manutenzione straordinaria. Sarà bonificato l’ex fondo ferroviario e sarà installata l’apposita segnaletica. «Per la presentazione di questo progetto il GAL ha svolto una lunga mediazione fra RFI e i Comuni del Belìce interessati (Castelvetrano, Partanna, Santa Ninfa, Gibellina, Salaparuta) – spiega il direttore del GAL Alessandro La Grassa – che ha consentito, intanto, la stipula dell’affidamento del tracciato, siglato dal sindaco di Santa Ninfa, Carlo Ferreri, come capofila dei Comuni coinvolti. Dopo l’affidamento è stato predisposto il progetto. Ora i lavori appaltati».