Il recupero della memoria: l’arte di ricomporre il passato

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Una Serata Magica tra Arte e Parole a Barcellona Pozzo di Gotto

 

di Giuseppe Smedile

Sabato 22 febbraio 2025, nei locali dell’Università della Terza Età di Barcellona Pozzo di Gotto, si è tenuta una serata indimenticabile dedicata alla bellezza e alla profondità dell’arte. Un vero e proprio viaggio emozionante tra immagini e parole, progettato per incantare gli animi e risvegliare i sensi.
Organizzata da Grazia Salamone, Presidente sez. FIDAPA di Barcellona P.G. in collaborazione, con Tanina Caliri, Rettrice U.T.E. con l’intervento e i saluti di Angelita Pino, Assessore alla Cultura del comune, l’evento ha offerto al pubblico un’esperienza culturale unica, dove la creatività ha preso vita attraverso la voce e la pittura si è trasformata in poesia.

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UN’OPERA AL MESE
Una rassegna articolata attraverso un Percorso tra Immagini e Parole.

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Protagonista della serata è stata la Prof.ssa Alessandra Migliorato, storica dell’arte del Museo Regionale ‘Maria Accascina’ di Messina.
Con una presentazione coinvolgente e ricca di immagini, la relatrice ha guidato il pubblico in un affascinante viaggio nel tempo, valorizzando il tema del recupero della memoria.
Al centro dell’attenzione è stata l’opera “Presentazione di Gesù al tempio” di Girolamo Alibrandi, esposta in modo permanente al Museo Regionale di Messina.
Attraverso un percorso a ritroso, la Prof.ssa Migliorato ha illustrato le influenze artistiche dell’epoca, mostrando come gli artisti locali si siano confrontati con giganti come Leonardo Da Vinci, Caravaggio e Antonello da Messina, e molti altri ancora che operavano nei vari laboratori.

UN DIALOGO TRA MONDI DISTANTI MA CONNESSI

Con un linguaggio ricco e appassionato, la dott.ssa Migliorato ha creato un ponte tra il mondo visivo e quello letterario, dimostrando come questi due universi, apparentemente lontani, siano in realtà profondamente legati. La serata è stata un’occasione per riflettere, emozionarsi e lasciarsi trasportare dalla magia dell’arte, in un’atmosfera di condivisione e scoperta.

Il recupero della memoria è una disciplina che va oltre il semplice restauro: è una missione che unisce scienza, arte e dedizione per ridare vita a ciò che il tempo e gli eventi hanno cercato di cancellare. Un esempio emblematico di questa pratica è stato il lungo e complesso lavoro di recupero dell’opera “Presentazione di Gesù al Tempio” di Girolamo Alibrandi, capolavoro del Rinascimento siciliano distrutto durante il terremoto che devastò Messina nel 1908. Quel tragico evento non solo rase al suolo la città, ma distrusse anche la Chiesa delle Candelore, custode del dipinto, riducendolo in 193 pezzi più grandi e 74 frammenti più piccoli, recuperati tra le macerie e portati al museo nel 1922.
Il primo tentativo di ricomposizione fu affidato al restauratore Riccardo Baccivenuti, che affrontò l’impresa come un gigantesco puzzle. Con grande abilità, riuscì a ricostruire gran parte dell’opera, ad eccezione di quattro frammenti mancanti. Per colmare le lacune, Baccivenuti eseguì integrazioni grafiche a chiaroscuro basandosi su fotografie precedenti al sisma. Un intervento considerato oggi troppo invasivo, ma che all’epoca rappresentò un tentativo coraggioso di restituire un’idea compositiva dell’opera, allora quasi illeggibile.

La storia del dipinto, tuttavia, non si ferma qui. Nel 1978, quattro importanti frammenti furono ritrovati nei depositi del museo, riaccendendo la speranza di un restauro più completo e fedele. Nel 1984, il compito di reintegrare questi nuovi pezzi fu affidato al restauratore Ernesto Geraci. Questa volta, l’approccio fu radicalmente diverso: Geraci smontò la vecchia struttura, eliminando le integrazioni a chiaroscuro, le ridipinture e le stuccature di Baccivenuti. Inoltre, risanò il supporto ligneo, rimuovendo viti e chiodi arrugginiti che, nel corso degli anni, avevano causato ulteriori danni.

Il lavoro di Geraci rappresenta un punto di svolta nel campo del restauro, segnando il passaggio da un approccio “interpretativo” a uno più rispettoso dell’integrità storica dell’opera. Oggi, il dipinto di Alibrandi si presenta come un testimone silenzioso ma potente della resilienza dell’arte e della capacità dell’uomo di ricostruire ciò che sembrava irrimediabilmente perduto.

Il recupero non è solo una questione tecnica: è un atto di amore verso la storia e la cultura. Gli studiosi e i restauratori che si sono succeduti nel restauro dell’opera di Alibrandi hanno dimostrato una tenacia e una dedizione fuori dal comune, lavorando spesso nell’ombra per ridare vita a un capolavoro che racconta non solo una storia religiosa, ma anche quella di una città e di una comunità che ha saputo rialzarsi dopo la catastrofe.

Oggi, mentre ammiriamo l’opera ricomposta, non possiamo che riflettere sul valore di questa disciplina. Il Recupero della Memoria non è solo un’operazione sul passato: è un ponte verso il futuro, un monito a preservare e proteggere il nostro patrimonio culturale, perché esso è la testimonianza viva di chi siamo e da dove veniamo.

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