Gaza, il ministro israeliano: “Con liberazione ostaggi guerra finirebbe domani”

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Gideon Sa’ar: “Stop tregua? Hamas non ci ha lasciato scelta”. Al Jazeera: “Nuovo raid Israele nella notte, 16 morti”. Attentato in nord Israele, una vittima: “Morto anche l’aggressore, era israeliano”

Da una settimana “Israele è impegnata contro lo Stato terrorista di Hamas a Gaza. Israele aveva accettato le proposte dell’inviato speciale americano Steve Witkoff per prolungare la tregua temporanea. Ma Hamas le ha respinte due volte. Tiene ancora in ostaggio 59 dei nostri cittadini in condizioni crudeli. Non ci ha lasciato altra scelta”. Così il ministro degli Esteri israeliano, Gideon Sa’ar, in merito alla ripresa dei raid israeliani nella Striscia di Gaza, parlando in conferenza stampa di fianco all’Alta rappresentate per gli affari esteri dell’Ue, Kaja Kallas, in occasione della sua visita a Gerusalemme.

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“La guerra potrebbe finire domani, con la liberazione degli ostaggi. La smilitarizzazione di Gaza e il ritiro delle forze armate di Hamas e della Jihad islamica da lì sono condizioni essenziali”, ha continuato Sa’ar, sottolineando che per Israele la guerra “non è un’ideologia” e che gli israeliani sarebbero “felici di raggiungere i nostri obiettivi per via diplomatica. Ma se non è possibile, non abbiamo altra scelta che proseguire con lo sforzo militare. Non raggiungere i nostri obiettivi avrebbe conseguenze terribili per Israele, per la nostra sicurezza e per l’intera regione”.

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A fronte delle critiche della comunità internazionale, Ue inclusa, riguardo agli attacchi e al blocco israeliano dei canali di passaggio degli aiuti umanitari, Sa’ar ha evidenziato che Israele sta agendo secondo il diritto internazionale. “L’articolo 70 del Primo Protocollo Aggiuntivo alla Convenzione di Ginevra impone di fornire aiuti quando la popolazione civile non è adeguatamente rifornita. Durante i 42 giorni di tregua, Israele ha permesso l’ingresso a Gaza di 25.008 camion. Ma secondo l’articolo 23 della Quarta Convenzione di Ginevra, una parte non è obbligata a consentire aiuti se questi possono rafforzare lo sforzo militare o economico del nemico. Hamas ha usato quei beni per finanziare le sue attività, ricostruire le capacità militari e reclutare nuovi giovani terroristi”. Nessun Paese è “obbligato a facilitare una guerra contro se stesso”, ha continuato, sottolineando che Israele “non deve essere giudicato con un metro diverso, più severo”.

“Stamattina abbiamo assistito a un barbaro attentato terroristico vicino a Yokneam, costato la vita a un uomo di 75 anni. È il risultato della continua incitazione da parte dell’Autorità nazionale palestinese. In una regione pericolosa come la nostra, la stabilità e la deradicalizzazione non si ottengono con la debolezza. Solo dopo la sconfitta dell’Isis sul campo di battaglia ha smesso di attrarre giovani europei nelle sue fila”, ha detto ancora il ministro degli Esteri israeliano.

“Non è vero che le ideologie radicali non si possano sconfiggere. Se il terrorismo e l’estremismo verranno sradicati in Medio Oriente, l’Europa sarà più sicura. In caso contrario, avverrà il contrario”, ha poi avvertito Sa’ar, che ha evidenziato come Israele sia “una risorsa strategica per l’Europa. Oggi combattiamo la guerra del mondo libero. Iran, Houthi, Hamas e Hezbollah ci attaccano perché siamo vicini. Ma non facciamoci illusioni: la guerra è contro la civiltà occidentale, contro i suoi valori e il suo stile di vita”. Ed è dunque “naturale aspettarci più sostegno dall’Europa”, ha detto.

Nuova proposta Egitto: filmati degli ostaggi in cambio di tregua

L’Egitto ha presentato una nuova proposta per i negoziati sul cessate il fuoco a Gaza, in base alla quale Hamas dovrebbe fornire informazioni dettagliate, fra cui filmati, sugli ostaggi sia vivi che deceduti e Israele cesserebbe immediatamente le ostilità. Lo ha riferito una fonte a conoscenza dei Secondo il rapporto, l’Egitto ha proposto inoltre che, una volta entrato in vigore il cessate il fuoco, si svolgano negoziati più dettagliati per raggiungere accordi su una tempistica per il rilascio degli ostaggi rimasti a Gaza, in cambio del graduale ritiro delle forze dell’Idf.dettagli all’agenzia di stampa qatariota Al-Araby Al-Jadeed.

 

 

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