2014 ultimi rintocchi: un addio senza rimpianti

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spirale,-tunnel,-luce-168505Di Salvo Barbagallo

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Ultimi rintocchi per questo 2014 al quale si dà un addio senza rimpianti. Lo abbiamo già scritto: da ricordare soltanto le parole di Papa Francesco, tutto il resto da cancellare definitivamente, senza lasciare nulla in archivio. Per futura memoria? Lasciare ciò che a livello individuale si vuole conservare in quanto ritenuto inalienabile.

Noi vorremmo toglierci dalla mente l’immagine del premier col gelato in mano che insegue (non sappiamo quanto metaforicamente) la Merkel.

Noi vorremmo annullare l’immagine di un Presidente della Repubblica che vuol tornarsene a casa, ma poi è costretto a restare al suo posto per il bene comune (?).

Noi vorremmo avere una spugna in mano e togliere dalla nera lavagna il PD di Mafia Capitale.

Noi non vorremmo più pensare agli immigrati che hanno lasciato la loro vita nelle acque della Sicilia, ma non possiamo perché l’anno che verrà sicuramente altre vittime porterà e sappiamo che tutti grideranno al “destino crudele”, mentre siamo consapevoli che il “destino” non c’entra.

Noi preferiremmo ignorare la presenza del presidente della Regione Siciliana, ma sappiamo che non è possibile perché fra poco più di 24 ore, con l’anno nuovo, sarà ancora alla guida di un governo (inesistente) che di certo non pensa alla salute della collettività.

Noi vorremmo aprire (chi ce l’ha) la busta paga sapendo che il danaro sudato sia tutto lì dentro, e vorremmo scordarci che così non è perché lo Stato-padrone si è già preso quasi tutto, lasciando solo gli spiccioli appena sufficienti per sopravvivere.

Noi desidereremmo vedere i nostri figli al lavoro, e non vederli bighellonare impotenti, più disperati dei migranti che arrivano dalle altre sponde del Mediterraneo, in cerca di una qualsiasi attività.

Noi non vorremmo pensare alle tante vecchie cariatidi che sono in agguato con la bava in bocca auspicando che qualcuno lasci una poltrona di governo per andare subito ad occuparla.

Noi vorremmo che si “dialogasse”, ma siamo coscienti che la “comprensione” non è “condivisione”. I tentativi di “dialogo” falliscono – o sono destinati a fallire – poiché la comprensione, nella migliore delle ipotesi, è a senso unico e quasi mai c’è corrispondenza ed eguale reciprocità d’intenti in chi si professa “disponibile”. Il termine “dialogo” ha, di conseguenza, perduto il suo reale significato: con chi si dovrebbe dialogare se l’interlocutore persegue finalità non condivisibili o cerca di imporre la propria linea di pensiero e di operatività che è estranea allo stesso principio di dialogo?

Noi non vorremmo ridere per la beffa de “Il Giornale” che iscrive Benito Mussolini al PD, ricevendone una bella tessera di partito (numero 99982014I15605173) per dimostrare il proliferare di facili iscrizioni in quella compagine politica: non c’è da ridere, infatti…

Noi non vorremmo più ricordare tante altre cose del 2014 e vorremmo pensare che altre possano realizzarsi nel 2015: non vorremmo le trivellazioni selvagge in Sicilia, ma vorremmo un “Ponte” per non lasciare (come è) la Sicilia emarginata dal resto dell’Europa. Vorremmo una nuova classe dirigente al governo, ma sappiamo bene che non c’è il ricambio, ed è sempre colpa del “destino crudele”? Questo non lo crediamo. Dovremmo ringraziare il Signor Renzi che ci dà (gratuitamente e senza spendere un solo euro) la “parola chiave” – ritmo – per il 2015? Come a dire: o correrete o morirete?

Bisogna dare ragione a Piero Ostellino (per chi non lo conosce: ex inviato, ex direttore del Corriere della Sera,  editorialista, liberale della scuola di Bobbio ed Einaudi) che vede il Paese in pieno degrado e senza cultura politica, e afferma senza peli sulla lingua “Comandano le corporazioni, come la magistratura,Renzi? È riuscito ad abbindolare gli elettori, sogna di fare il duce ma è solo furbo, non intelligentee che “Siamo un popolo illiberale. Non abbiamo più speranza“. E sulla “speranza” c’è da discutere?

Non sappiamo cosa ci riserva l’anno che sta spuntando: può darsi che sia una copia conforme al precedente, può darsi che sarà peggiore: può la vita di un individuo, di una collettività affidarsi solo alla “speranza”?…

Non può essere così, anche se vi pare…

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