Siamo persi?

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di Guido Di Stefano

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Non è un peregrino quesito il nostro: è un incubo tangibile.

   Dilaga ormai la cultura neocolonialista, profondamente radicata  e inculcata nell’occidente, che non risparmia e demonizza ogni  “contestatore”, qualunque sia la sua estrazione politica: chi si oppone agli ordini dei “grandi vecchi”  è un nemico da emarginare (non democrazia in Europa)  o addirittura eliminare fisicamente (Saddam Hussein, Gheddafi, i miracolati Assad e V. Janukovyč in nord Africa e in Asia).

    Sono fermamente osteggiati nazionalismi, regionalismi e quant’altro oppone resistenza ai centralismi filo-neocoloniali.

   I fatti (post-elettorali) relativi alla Catalogna danno da pensare; e di più sono da capire quelli del Portogallo (sempre post-elettorali), che in prima (e forse definitiva) battuta vede incaricati per la formazione del governo i “perdenti” e non i vincenti contrari (rarità nelle sinistre europee) ai “diktat” di una virtuale UE.

    Forse anche il residuale indipendentismo siciliano è sotto “mira” e combattuto anche con le “democratiche” armi della calunniosa denigrazione  scaturente da “rispettabili” bocche istituzionali e non: sembra di sentire una consunta (trita e ritrita) concertazione sinfonica, con cui si imputano malesseri e disastri a tutto il popolo siciliano e non ai pochi attori che “accompagnano” alla perdizione, nel silenzio di chi dovrebbe urlare. Certo è difficile intuire-collegare-capire-divulgare che nella distruzione della Sicilia le “grandi” capitali reali o virtuali (da Roma a Washington, passando per Bruxelles e mezza Europa) sono ben più determinanti di Palermo.

    La Sicilia pacifista, nazione (secondo  il piemontese Cosimo D’Azeglio), ridotta a “zerbino” dei guerrafondai d’occidente.

La splendida Sicilia, ricca di risorse-storia-cultura-civiltà e signora del Mediterraneo, abbrutita e ridotta al rango di umile e mendica serva (complici anche tanti “illuminati e giusti siciliani” che di sicilianità hanno solo il luogo di nascita oppure “stranieri” che della Sicilia conoscono forse la sola la posizione geografica).

    Purtroppo siamo in “grande” compagnia in questo Occidente che sta irreversibilmente perdendo la “guerra etica” con il resto del mondo.

    Qualcuno si pone l’interrogativo su come ci “vedono” oltre cinque miliardi di esseri umani?

    Quanti sono disposti ad ammettere che una spietata oligarchia sta “avviluppando” popoli e stati e sta assumendo il pieno potere reale, a prescindere dai volti che possono rappresentarli?

     La civiltà “occidentale” è nata nell’oriente (del Mediterraneo) ed è stata cullata e cresciuta attorno alle sponde del Mediterraneo: non ci stupisce più di tanto che genti “senza storia” resti insensibile (o forse “gongola”) davanti alle reiterate cancellazioni delle sorie e delle identità dei popoli: tanto i nostri “non cultori della vera scienza” non ci hanno messo niente! Ma noi Siciliani, i Sardi e altri isolani sì, senza dubbio, abbiamo dato tanto all’occidente, anzi all’umanità.

    Con tristezza torniamo ora alla cronaca quotidiana, un poco alla rinfusa.

    E’ ancora in corso la mega-esercitazione NATO  Trident Juncture 2015. Sembra che siano impiegati 36.000 militari, di cui 20.000 Spagnoli, 5.000 Italiani e solo 11.000 per gli atri 28 stati NATO partecipanti. Sulla base dei numeri qualche “critico” insinua che la Spagna sarà la nuova portaerei mediterranea USA-NATO; siamo tentati di crederci perché anche gli yankee avranno già capito che la Sicilia è molto più vicina al mar Caspio e al mar Nero (leggasi Russia).

Giocherellando con la parola “tridente” e appoggiando il manico a nord (Inghilterra?) , un dente sulla Spagna e uno su Sicilia-Sardegna ci troviamo con il terzo dente puntato magari su Marocco – Africa sub-sahariana-Repubblica Centrafricana.

Sarà così? Oppure è una prova da trasferire in medio-oriente per difendere gli interessi di amici e/o alleati? Quanti nodi in quella regione! Iraq, Siria, Curdi, Armeni,  Iran, Yemen, ISIS (a favore dei quali qualcuno avrebbe reclamato l’intervento della NATO) , ribelli “moderati” (così moderati che rifiutano il dialogo con ASSAD, ne decapitano i soldati ed eventualmente ne mangiano solo il cuore, scrivono quelli di Imola Oggi) e poi il petrolio, tanto petrolio compreso quello delle alture del Golan.

    Se poi ascoltiamo i politici (nominati) italiani perdiamo ogni speranza. Gentiloni propone di fermare il fanatismo dell’ISIS con il diritto; chissà forse funzionerebbe se si potessero cancellare i dieci (o sono di più?) anni iracheni degli USA e se l’occidente non avesse svenduto la sua credibilità; Alfano alza l’indice contro  i giudici (quando lo faceva Berlusconi si elevavano concerti di proteste); Renzi parla di populismo quando si “insinua” che la politica sia sporca.

   Sorvoliamo sul pentimento tardivo, troppo tardivo di Blair per i fatti dell’Iraq e su tutti gli altri eventuali “mea culpa” che potranno arrivare. Non servono, non serviranno all’umanità: la storia, la vita non perdonano.

    Quando muore la verità, muore la conoscenza, muore la vera scienza, muore la coscienza umana, muore la democrazia, muore la libertà, muore la speranza, regredisce l’umanità.

    Alziamo la testa, raddrizziamo la schiena o siamo persi!

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