Taoheart 2.0, meeting di cardiologia interventistica ed elettrostimolazione, 13 e 14 novembre a Giardini Naxos
di Nello Cristaudo
“Taoheart 2.0” è il titolo di un importante meeting di cardiologia interventistica ed elettrostimolazione che si terrà presso la sala conferenza dell’Hotel Hilton a Giardini Naxos il prossimo 13 e 14 novembre, organizzato dall’Unità Operativa Complessa di Cardiologia dell’ospedale “San Vincenzo” di Taormina. Il congresso, programmato e diretto dal dottore Ludovico Vasquez, attuale responsabile della cardiologia dell’ospedale “San Vincenzo” di Taormina e dell’ospedale “Fogliani” di Milazzo, vede coinvolta l’elite dei cardiologi interventisti locali e regionali al fine di fare il punto sulle nuove tecniche e terapie utilizzate in cardiologia.
Nell’autorevole appuntamento, saranno illustrate tematiche di una certa rilevanza come: l’organizzazione della rete dell’infarto, già in vigore da maggio di quest’anno, il trattamento delle sindromi coronariche acute, interventistica extracoronarica, elettrostimolazione ed elettrofisiologia, trattamento delle complicanze dei dispositivi impiantati, gestione dell’endocardite infettiva, rimozioni degli elettrocateteri da pace maker e recupero intravascolare dei corpi estranei, ablazione trans catetere delle aritmie.
L’evento vuole essere un momento di riflessione per tutti gli operatori sanitari specialisti che vogliono essere sempre all’avanguardia ed aggiornarsi nel trattamento di pazienti particolarmente a rischio per patologie cardiovascolari gravi che richiedono un iter terapeutico complesso.
Si tratterà lo stato dell’arte delle varie e moderne tecniche interventistiche, sottolineando la rilevanza che tale metodiche svolgono nel prevenire e analizzare patologie di particolare gravità annullando o riducendo i viaggi della speranza presso altri centri, magari molto lontani, favorendo invece le cure ed il trattamento in loco.
Inoltre, in contemporanea, si svolgerà una giornata dedicata al personale infermeristico e paramedico, “NURSE TAO HEART”, con importanti relazioni sul ruolo e sulle competenze di tutti gli operatori sanitari coinvolti, che spesso costituiscono il “front office” con i pazienti stando molto tempo a contatto con loro.Le giornate di cardiologia, con iscrizione gratuita, daranno la possibilità ai partecipanti di assegnare dei crediti formativi E.C.M. L’istituzione della cardiologia nel nosocomio taorminese vede la luce nel lontano 1999, diretto dal dottor Rosario Evola andato in pensione nel dicembre 2014. Il reparto è diventato un punto di riferimento ed una vera e propria eccellenza nel campo, sia per il vasto bacino di utenza sia per la qualità, collocandolo ai primi posti nell’isola per gli interventi di interventistica, di elettrostimolazione e di schock cardiogeni praticati che, in percentuale, superano quelli di altri ospedali e centri universitari molto blasonati.
Spesse volte, però, forse tale condizione, ha fatto si che su questo reparto, si abbattesse la scure dei tagli stabiliti nelle segrete stanze di un Assessorato alla Salute lontano dalle esigenze della gente e dai problemi morfologici e di vie di comunicazione di una determinata zona. L’assurdità di queste risoluzioni, che ahimè ancora continuano con i fendi ai posti letto anziché attuare un vero e proprio potenziamento, è ancora più evidente se si considera che l’ospedale di Taormina è l’unico attrezzato per effettuare terapie ed interventi salvavita su un territorio che a va a scavalco di due province, Messina e Catania, comprendendo un bacino di utenza enorme, pari a oltre 160 mila persone. A ciò si aggiunge il dato dei 4.500 pazienti affetti da patologie cardiache, nonché tanti che hanno subito shock cardiogeno, che nel corso di questi anni l’equipe medica della cardiologia ha salvato da una morte quasi sicura grazie alla tempestiva somministrazione della terapia emodinamica.
Come si può facilmente constatare, siamo in presenza di una caso di eccellenza sanitaria che corre il rischio, ogni qual vota si ripresenta il problema, di essere spazzato via da una decisone meramente burocratica. Ebbene mi domando che tipo di burocrazia è questa, incapace di amministrare la cosa pubblica secondo i parametri dell’efficienza, dell’efficacia e della qualità, di salvaguardare e valorizzare i beni, i servizi e le professionalità faticosamente costruiti col denaro pubblico, di leggere con un minimo di buon senso la peculiare fisionomia e le esigenze del territorio che è chiamata a governare.
Dato che non so trovare una risposta ragionevole a queste domande, mi viene l’amaro sospetto che certe inaudite decisioni dell’Assessorato regionale alla Sanità, fino ad ora fortunatamente scongiurate, siano mosse da altre logiche, più segrete e striscianti. Sul destino di servizi sanitari di cruciale importanza vedo allora allungarsi l’ombra inquietante degli interessi corporativi e delle clientele, la cui serrata logica gattopardesca non ha alcun riguardo per la condizione di chi soffre.