Nessun riconoscimento per lo scienziato Siracusano
Se il popolo napoletano per “campà” vende aria di Napoli dentro le bottiglie, a Siracusa si vende un colombario romano per la tomba di Archimede. E il fatto strano, non sta tanto nel fatto che l’ignaro turista filma e fotografa questo pur storico sito archeologico, vantandosi al ritorno in patria di aver fotografato l’ultima dimora del celeberrimo Archimede, ma che la nuova generazione siracusana cresce con la consapevolezza (falsa) che quella è proprio la tomba di Archimede!
In realtà, una delle tante tombe che compongono l’acropoli della Neapolis, ovvero quella rivolta a sud e osservabile anche dalla strada che costeggia il parco, per tradizione è detta Tomba di Archimede. Ma si tratta in realtà di un colombario romano, cioè di una camera sepolcrale di età romana provvista all’interno di due ordini di nicchie per la sistemazione delle urne cinerarie. In effetti, questa camera mortuaria non può essere quella del grande scienziato Siracusano, in quanto di epoca assai successiva alla sua morte.
Verosimilmente, è stata datata tra il I° secolo a.C. ed il I° secolo d.C.. La vera tomba dello scienziato Siracusano, scoperta da Cicerone, doveva avere una colonna nella quale vi era raffigurata una sfera con un cilindro circoscritto. Lo scavo della zona in piano, immediatamente antistante alla Tomba di Archimede, ha restituito un breve tratto di fondo stradale e strutture murarie di età tardo-antica, appartenenti forse ad un edificio sacro impostato sul precedente impianto edilizio. Il tutto si sovrappone ad una necropoli con tombe a fosso o a cappuccine per la maggior parte di età ellenistica. E la domanda diventa lubraniana: ma allora, la vera tomba di Archimede, dove si trova?
“Cum etiam sepulcrum purgatum est, in basi Graeca inscriptio apparuit, ex qua Cicero certe comperit magnum mathematicum Archimedem ibi sepultum esse”. Ovvero. “Quando il sepolcro venne pulito, sulla base apparve una iscrizione in greco, da cui Cicerone sicuramente capì che in quel luogo vi era seppellito il grande matematico Archimede”.
A tutti è noto che Cicerone, quando era questore in Sicilia, abbia indagato, e con successo trovato, il sepolcro di Archimede, ignorato dai siracusani! Cicerone, infatti, sapeva che sul sepolcro, dove era seppellito Archimede, vi era scolpita una sfera con un cilindro. Una volta giunto a Siracusa, camminando presso la porta Akragantina, dove vi era un gran numero di sepolcri, trovò un luogo coperto da siepi e cespugli. Avendo indagato a vista attentamente tutti i sepolcri, trovò una colonna che spiccava dai cespugli, sopra cui vi era scolpita la figura di una sfera con un cilindro. Molti uomini al seguito di Cicerone, pulirono il luogo e l’antro sepolcrale con falci, e aprirono un varco, facendosi largo verso il sepolcro. Eureka! Era proprio la tomba del più grande matematico di tutti i tempi.
La grande scoperta da parte del Magno Marco Tullio Cicerone, risale al 75 a.C. e, da quell’anno, della tomba di Archimede si sono perse le tracce.
Assieme alla tomba, l’uomo e il tempo hanno sepolto, strato su strato, pagine indelebili di storia, di cronaca aristocratica, di collegamenti intarsiati con il passato, quello che ci lega alla cultura greca, vanto per tutta l’umanità.
Siracusa, città ellenistica per eccellenza, ricopre un ruolo importante nella scacchiera mondiale relativamente a reperti storici, che coprono un periodo compreso dalla preistoria all’età ellenistica e romana.
E poco viene fatto in onore del più grande e rappresentativo Siracusano della storia. Non un museo dedicato alle sue invenzioni; non una statua degna di essere ammirata e fotografata; esiste sì la “piazza Archimede”, ma è la statua della Dea Diana a far bella mostra nel bel mezzo della omonima fontana. Figuriamoci, a tal punto, se esiste l’interesse di cercare e trovare la vera tomba di Archimede. Ma tutti i sindaci che si sono succeduti nell’ultimo secolo, erano siracusani o di altra discendenza? Sono stati degni di essere annoverati “primi cittadini” di Siracusa? Tutto tace, in un orrido quanto masochistico oblio.
Archimede, per i siracusani, è morto!
08/09/2011 – Gianni Tomaselli