Il Sud Tirolo non è Italia! E la Sicilia? E la Sardegna?

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di Salvo Barbagallo

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La notizia “Il Sud Tirolo non è Italia” diramata dall’agenzia Ansa alcuni giorni addietro non ha fatto “notizia” ed è stata quasi ignorata dai mass media che non l’hanno raccolta. In realtà la “notizia/non notizia” non riportava altro che le dichiarazioni di Roland Lang, leader della Lega Patria dei separatisti sudtirolesi Heimatbund, che continua a ripetere uno slogan più che noto, appunto “Il Sud Tirolo non è Italia”, preannunciando l’affissione a Roma di migliaia e migliaia di manifesti con questa dicitura. Roland Lang ha dichiarato che la rappresentanza politica attuale del Sudtirolo a Roma dà l’impressione agli italiani che il Sudtirolo si sia rassegnato all’appartenenza all’Italia e che voglia solo ottenere qualche privilegio. In realtà la maggioranza dei sudtirolesi ancora oggi non ne vuol sapere dell’Italia ed anche la maggioranza degli italiani non è contraria alla secessione del Sudtirolo, come dimostrano le indagini fatte da istituti demoscopici seri su incarico dell’Heimatbund.

Va ricordato che la Svp, che rappresenta in Parlamento il Sud Tirolo, è “alleata” del premier Matteo Renzi.

Lontani e dimenticati gli Anni Sessanta quando i movimenti secessionisti altoatesini facevano uso di altri strumenti diversi dalla semplice propaganda, ora che i cittadini altoatesini sembrano voler di nuovo imboccare la strada del separatismo, ora sarà estremamente facile parlare di “rigurgito” fuori del tempo. È così? Se così è, allora bisogna constatare che di “rigurgiti” in questo Paese ce ne sono tanti e non sono soltanto quelli che si attribuiscono a Salvini, ma quelli che ci sono sempre stati sin dall’Unità d’Italia, dalla Sardegna alla Sicilia, al Veneto.

Sembra paradossale che si continui a parlare di “integrazione” per i migranti/profughi (e non di dovuta accoglienza e “vero” aiuto “umanitario” per quanti fuggono dalle guerre) quando ancora non c’è “integrazione” fra gli stessi abitanti di questo “nostro” Paese, cioè fra gli stessi “Italiani”.

Forse (con tanto di punto interrogativo) forse il premier Matteo Renzi e il “suo” Governo non si sono resi conto (o forse si?) che cercando di dare (con il Referendum e il “Si”) una spallata alla Costituzione Italiana (forse) ultimo baluardo di una controversa, discutibile e utopica “unità” del Paese, stanno “favorendo” quei rigurgiti che ora vengono condannati. Territori come l’Alto Adige, Sardegna e Sicilia hanno le loro “ragioni” quando sostengono di non sentirsi italiani: nei confronti degli abitanti di questi territori l’integrazione con il resto del Paese di certo non è stata favorita, semmai è stata costantemente ostacolata. C’è da chiedersi perché si cerca con ostinazione di imporre l’integrazione con gli ignari migranti/profughi che cercano al momento solo di fuggire da situazioni di pericolo e che non conoscono e non possono rendersi conto delle situazioni socio-economiche-politiche-militari dei luoghi dove sbarcano.

C’è malafede, o soltanto ipocrisia, o qualcosa d’altro con “finalità” che ancora non si riescono a comprendere?

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