L’assessorato regionale alla Salute ha lavorato bene e per questo viene “affondato” dalla politica del non fare!

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Massimo Russo

Se sei il primo della classe, normalmente inneschi atteggiamenti di invidia tra i tuoi colleghi che, pur di sottostare alle richieste delle segreterie politiche, costoro sono disposti a giocarsi la reputazione di parlamentare. Ed quello che, in questi giorni, si sta verificando tra i banchi di “scuola” di Palazzo Orleans a Palermo. L’assessore alla Salute, On. Massimo Russo, con un passato di onorato servizio prestato alla magistratura e Sostituto Procuratore inizio anni novanta, al fianco di Paolo Borsellino, ha dato un imprimatur legale alle attività istituzionali legate alla sua rubrica assessoriale. E allora non si spiega il perché di tanto accanimento da parte dei promotori della mozione di censura nei suoi riguardi: forse per abbattere un pilastro arcigno della legalità? I provvedimenti adottati da Russo nel settore della sanità siciliana hanno dato fastidio a molti perché hanno messo in discussione consolidati equilibri politico-clientelari e in alcuni casi affaristico-mafiosi.Per la seconda volta – dopo la presentazione del febbraio scorso – il PDL chiede all’aula la discussione della mozione di censura nei confronti dell’assessore per la Salute. È evidente, scorrendo il testo piuttosto confuso, addirittura già superato da provvedimenti formali assunti dall’assessorato, che si tratta di un atto di accusa con fini meramente politici per tentare di delegittimare l’azione riformatrice del governo regionale impegnato a riparare i gravissimi guasti del passato nel settore della sanità. Si tenta, in realtà, di colpire frontalmente la credibilità della classe dirigente siciliana che ha fatto fino in fondo il proprio dovere nel settore più delicato ed economicamente rilevante dell’amministrazione, adottando scelte di grande responsabilità per risanare il pauroso deficit economico e organizzativo della sanità, terreno sul quale nel passato hanno proliferato interessi clientelari, affaristici e mafiosi. Tuttavia, se i firmatari della mozione avessero voluto legittimamente criticare e contestare l’attività politico-amministrativa dell’assessorato della Salute, avrebbero dovuto utilizzare lo strumento della mozione di sfiducia al Governo – e dunque al presidente Lombardo – e non quello della mozione di censura con la quale dovrebbero stigmatizzarsi comportamenti e condotte rilevanti sul piano etico e morale, come dimostra l’unico precedente della storia dell’assemblea regionale siciliana. Non sfugge certo ai cittadini che questa mozione di censura è firmata dai deputati del PDL e dei cugini del FdS, cioè dei partiti dove “si siedono ancora gli uomini” del presidente del Consiglio Berlusconi che con i suoi comportamenti ha devastato l’immagine e la credibilità del nostro Paese a livello internazionale, facendo precipitare l’Italia in una drammatica situazione politica, economica e sociale, proprio per la manifesta incapacità di fare le giuste e necessarie scelte di governo. Né può sfuggire ai siciliani che molti dei deputati oggi firmatari della mozione di censura erano anche parlamentari nelle precedenti legislature, gli anni della sanità siciliana dei report giornalistici nazionali, del DVD “La Mafia è Bianca”, delle inchieste giudiziarie, dei fastosi anni di Villa Santa Teresa, dei rimborsi gonfiati, delle truffe, degli scandali negli acquisti, delle assunzioni clientelari, dei primariati elettorali, dei munifici extrabudget per tutto il comparto della sanità privata, dei rinvii a giudizio, dei processi e delle sentenze. Eppure allora nessuno si è mai sognato di presentare una mozione di censura nei confronti di chicchessia! Anzi. Il primo firmatario della mozione di censura nei confronti dell’assessore Russo, è proprio quello stesso parlamentare che dopo la prima sentenza di condanna del presidente della regione dell’epoca, con fervore, trasporto e sentimentale partecipazione, strappando l’applauso convinto ad una parte dell’Aula, ha pronunciato parole eccessive. È bene che i siciliani tengano memoria di certe cose e, chi volesse documentarsi sulla figura di chi è il primo firmatario della mozione, basta rivedere il filmato di quella seduta d’Aula del 24 gennaio 2008 cliccando su YOU TUBE con le parole chiave “Limoli – Cuffaro”. È da questo pulpito che arriva la mozione di censura?

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Di seguito, una dichiarazione scritta di pugno dall’assessore Massimo Russo, pubblicata qualche giorno addietro, per mera sua discolpa.
Purtroppo, al di la di quanto scritto dall’assessore alla Salute, non è valso nulla , perché la mozione di censura promossa dal parlamento regionale è passata, quindi la legittimità e la legalità è stata ancora una volta sconfitta! Appuntamento in primavera, tutto si azzera e speriamo si rinnova.

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