Attentato Strasburgo: Antonio Megalizzi non è sopravvissuto

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[AdnKronos]

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È morto Antonio Megalizzi, il giornalista 29enne ferito martedì sera nell’attentato di Strasburgo. La notizia della morte del cronista, ricoverato da martedì sera nell’ospedale Hautepierre di Strasburgo, è stata confermata anche da fonti della Farnesina. In un post su Facebook Europhonica, la radio per cui il giornalista lavorava, scrive: ”Purtroppo siamo costretti a confermare che il nostro collega Antonio ci ha lasciati. I nostri pensieri vanno alla famiglia e a tutti i suoi amici e colleghi. Vi preghiamo di rispettare il momento doloroso”.

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha definito ”una inaccettabile tragedia” la morte di Megalizzi e ha espresso la sua ”profonda tristezza”. ”Sono particolarmente vicino – ha aggiunto Mattarella – al dolore della famiglia, della fidanzata e degli amici del giovane reporter italiano vittima dell’odio criminale e del fanatismo propugnato dal sedicente ‘Stato islamico”’. A quando apprende l’Adnkronos, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, dopo la conferenza stampa e prima del volo che lo ha riportato a Roma, ha sentito per telefono il padre di Antonio per porgergli personalmente il suo cordoglio.

Davanti alla porta di casa del giornalista a Trento, gli amici hanno affisso una lettera a lui dedicata: “Se potessi fermare il tempo lo farei per te amico mio, perché i tuoi momenti più belli regalassero ancora ai tuoi giorni una gioia sempre viva – si legge – Se potessi prendere un arcobaleno lo farei proprio per te. E condividerei con te la sua bellezza, nei giorni in cui tu fossi malinconico. Se potessi costruire una montagna, potresti considerarla di tua piena proprietà; un posto dove trovare serenità, un posto dove stare da soli e condividere i sorrisi e le lacrime della vita. Se potessi prendere i tuoi problemi li lancerei nel mare e farei in modo che si sciolgano come il sale. Ma adesso sto trovando tutte queste cose improponibili per me, non posso fermare il tempo, costruire una montagna, o prendere un arcobaleno luminoso da regalarti. Ma lasciami essere ciò che so essere di più: semplicemente un amico“.

Don Mauro, parroco della chiesa Cristo Re di Trento, dove Annamaria, la mamma di Antonio è catechista, dice all’Adnkronos: “La comunità è scossa per questa tragica notizia. Domani alle 17 torneremo a riunirci in preghiera per la famiglia di Antonio, per la sua mamma, il suo papà e la sorella e per tutte le persone che stanno soffrendo in questo momento”. “Sarà il nostro modo – aggiunge – per far sentire la vicinanza alla famiglia”.

Profonda commozione è stata espressa dall’Università di Trento per la scomparsa del giovane studente del corso di laurea magistrale in Studi europei e internazionali. Nei prossimi giorni sarà aperto uno spazio sul sito di Ateneo dove raccogliere i messaggi di cordoglio. Il primo ricordo è quello del direttore della Scuola di Studi internazionali, Andrea Fracasso: “La perdita di Antonio, avvenuta a seguito di un atto barbaro e crudele, ha lasciato sgomenti la comunità della Scuola di Studi Internazionali e l’intero Ateneo”. “Nella sua domanda di iscrizione alla Laurea magistrale MEIS, ricorda l’Università nella nota, Antonio scriveva ‘ho cominciato l’avventura a Europhonica, un programma radiofonico trasmesso dal Parlamento Europeo a Strasburgo. Ed è stato il momento in cui mi sono innamorato dell’Unione Europea‘”. “E ancora, nella lettera per l’iscrizione scriveva anche: ‘Garantisco che come sempre, non mollerò mai. Prometto di mettere tutta l’attenzione, l’entusiasmo, l’impegno e la dedizione necessari’: Antonio non ha mai tradito questa promessa – conclude Fracasso – e anche per questo il suo ricordo è così vivido e la sua scomparsa così dolorosa”.

L’INCHIESTA – Il principale sospetto dell’attentato al mercatino di Natale, Cherif Chekatt, è stato ucciso ieri sera dalla polizia. Le indagini ancora stanno cerando di determinare se il 29enne criminale comune, che si era radicalizzato, avesse dei complici o se si sia trattato dell’azione di un ‘lupo solitario’.

Al momento, come ha annunciato il procuratore della Repubblica di Parigi Rémy Heitz, sette persone sono ancora in stato di fermo in relazione ai fatti di Strasburgo. Si tratta di quattro membri della famiglia di Chekatt ed altre tre persone, vicine al killer, due delle quali fermate la scorsa notte.

Fonti del ministero dell’Interno, qualche ora prima dell’uccisione di Chekatt, hanno spiegato al Parisien che non si era ancora scoperta nessuna cellula terroristica a lui collegata. Intanto, i servizi di intelligence francesi stanno verificando l’attendibilità del messaggio di rivendicazione dello Stato Islamico. Dopo la notizia della morte di Chekatt, l’agenzia di propaganda dello Stato Islamico, Amaq, ha diffuso un comunicato in cui si afferma che “attentatore di Strasburgo era un soldato dello Stato Islamico e ha condotto questa operazione in risposta all’invito ad attaccare cittadini dei Paesi della coalizione” contro Stati Islamico in Siria ed Iraq.

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