Una grande firma del giornalismo: Vittorio Zucconi è morto

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Vittorio Zucconi, 74 anni, è morto nella sua casa a Washington. Originario del modenese viveva ormai dal 1985 negli Stati Uniti da dove era corrispondente per il quotidiano “La Repubblica” di cui è stato direttore del sito web dalla creazione fino al 2015. Fino allo scorso anno è stato anche direttore di Radio Capital.

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Nel suo passato è stato una grande firma anche per “La Stampa” e per “Il Corriere della Sera”. Corrispondente da Bruxelles e anche da Mosca negli anni della “Guerra Fredda”.

Vittorio Zucconi è stato oltre che giornalista anche scrittore pubblicando numerosi saggi tra cui “I cinque cerchi rossi” (Rizzoli, 1980); “Il Giappone tra noi” (Garzanti, 1986); “Si fa presto a dire America” (Mondadori, 1988); “Parola di giornalista” (Rizzoli, 1990) – nato dall’esperienza del suo lavoro come corrispondente e inviato speciale; “Si fa presto a dire Russia” (Mondadori, 1992); “Viaggio in America” (Rizzoli, 1993); “La scommessa. Cento giorni per amare l’Italia” (in collaborazione con il padre Guglielmo, Rizzoli, 1993); “Gli spiriti non dimenticano. Il mistero di Cavallo Pazzo e la tragedia dei Sioux” (Mondadori, 1996); “Storie dell’altro mondo. La faccia nascosta dell’America” (Mondadori, 1997); “L’aquila e il pollo fritto. Perché amiamo e odiamo l’America” (Mondadori, 2008); “Il caratteraccio. Come (non) si diventa italiani” (Mondadori, 2009); “Il lato fresco del cuscino. Alla ricerca delle cose perdute” (Feltrinelli, 2018).

Vincitore di numerosi premi letterari nel 2008 fu insignito dall’allora Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano del titolo di Grande Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica italiana. (L.A.)

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