La Turchia ricatta l’Europa e trasforma i migranti in arma

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Sono decine di migliaia i migranti siriani in fuga per i quali il presidente Erdogan ha deciso di non agire, agevolandone piuttosto il passaggio verso la Grecia, disattendendo così tutti i Trattati fatti con la UE (dopo aver incassato cospicui contributi per questo).

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Secondo lo stesso Erdogan sarebbero 120 mila diretti dalle zone interne della Turchia verso il confine con la Grecia e che le autorità turche non hanno intenzione di fermare. Ma 120 mila sarebbero soltanto una piccola parte dei probabili tre milioni e mezzo in fuga. Intanto la Grecia ha affermato di aver respinto già oltre 4 mila migranti mentre sembra tranquilla la situazione ai confini bulgari.

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La Turchia accusa le autorità greche d’aver ucciso un migrante siriano mentre i greci accusano Ankara di minacciare consapevolmente la sicurezza nazionale greca. Intanto in Grecia chiunque entri illegalmente nel territorio è condannato a quattro anni di reclusione. Tutto fa il gioco di due parti: Erdogan sempre più deciso a ottenere sempre più denaro e potere dall’Europa e dall’altro lato l’Europa che cerca di schiacciare la Grecia, Paese ridotto in condizioni economiche drammatiche proprio dalle autorità monetarie europee e che non potrebbe sopportare l’invasione di milioni di profughi.

Come nasce questo ricatto turco all’Europa che schiaccia insieme Grecia e profughi siriani? Il 18 marzo 2016 UE e Turchia firmarono un accordo secondo il quale la Turchia si sarebbe occupata di fermare il flusso di migranti diretti in Europa in cambio del pagamento di 6 miliardi di euro. Ma Erdogan sostiene che l’Europa non ha rispettato i patti: “Mi hanno offerto un miliardo e ho rifiutato”. Così apre le frontiere.

La Germania, per voce della sua Cancelliera, Angela Merkel, ritiene “totalmente inaccettabile che questo avvenga alle spalle dei profughi“. Da sabato sono oltre 25.000 i profughi respinti con ogni mezzo dalla Grecia.

 

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