Cos’è oggi Cosa nostra? Qual è l’azione “sommersa” di questa organizzazione criminale? Cosa è cambiato e quale deve essere il nostro impegno? A partire da queste domande, a Palermo e a Milano, lunedì 20 maggio alle ore 18.30, ci sarà un incontro, in diretta tra le due città, per conoscere e approfondire strumenti, dinamiche e attività del contrasto a Cosa nostra.
A Palermo si svolgerà presso la sede dell’Istituto di Formazione Politica Pedro Arrupe (in via Franz Lehar 6) e a Milano presso la Sala Ricci della Fondazione Culturale San Fedele (in piazza San Fedele 4) dove sarà possibile seguire l’incontro in diretta streaming. L’incontro è promosso da Libera, Aggiornamenti Sociali e Istituto Pedro Arrupe.
A confrontarsi sul tema, dopo i saluti di p. Gianni Notari, saranno Maurizio De Lucia (procuratore della Repubblica del Tribunale di Palermo), Alessandra Dino (docente di Sociologia giuridica e della devianza presso l’Università degli Studi di Palermo) e Carmelo Pollichino (presidente di Libera Palermo). In particolare, si rifletterà sul fenomeno mafioso dal punto di vista legale, sociale e culturale.
Per anni Cosa nostra è stata considerata “la” mafia per eccellenza, ma dopo le stragi degli anni ’90 pare non esserci più interesse da parte di media ed opinione pubblica, se non durante le commemorazioni o per occasionali arresti e sentenze.
“Oggi la mafia ha la forte capacità – afferma p. Gianni Notari, direttore dell’Istituto Arrupe – di adattarsi ai diversi mutamenti dei contesti economici, sociali e politici. In questo modo, riesce a mantenere ancora, in modo sommerso, il suo controllo sul territorio a livello locale, nazionale ed internazionale. Pertanto, come società civile siamo chiamati a non distrarci, interagendo in maniera costruttiva con tutte le forze sane del Paese”.
“Ci confronteremo a partire dai contributi che abbiamo scritto su Aggiornamenti Sociali – dice Carmelo Pollichino, presidente di Libera Palermo -. È per noi importante che occasioni di dibattito su questo tema si possano offrire alla cittadinanza. L’obiettivo è quello di cercare di portare ad una dimensione di prossimità il fenomeno mafioso. Gli anticorpi della cultura mafiosa nascono nella società civile. Proprio la società civile deve rendersi consapevole e responsabile del fenomeno mafioso nelle sue espressioni locali e nazionali. Si parla di mafia sommersa perchè, oggi le mafie, non agendo più con quel livello di violenza del passato, riescono lo stesso a posizionarsi dentro contesti politici ed imprenditoriali. Bisogna, allora come società civile continuare a mantenere alta l’attenzione ”.