Berlusconi ko? È un problema di tutti gli italiani

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BerlusconiDi Salvo Barbagallo

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È fatta, Berlusconi è ko. Ma era scontato e chi riteneva che la tanto attesa sentenza  della Corte di Cassazione sul processo Mediaset potesse avere un altro finale sicuramente era fuori dalla realtà.

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La Corte di Cassazione “inevitabilmente” doveva confermare la condanna d’appello a quattro anni del Cavaliere (al quale, probabilmente, ora toglieranno anche il titolo). “La pena principale” dunque, come ha affermato il procuratore Bruti Liberati, “è definitiva ed eseguibile”. Per quanto attiene l’interdizione dai pubblici uffici ecco come si esprime la Cassazione: “annulla la sentenza impugnata nei confronti di Silvio Berlusconi limitatamente alla statuizione relativa alla condanna alla pena accessoria per l’interdizione temporanea per anni 5 dai pubblici uffici per violazione dell’art. 12, comma 2, decreto legislativo 10 marzo 2000 n. 74 e dispone trasmettersi gli atti ad altra sezione della corte d’appello di Milano perché ridetermini la pena accessoria nei limiti temporali fissati dal citato articolo 12, ai sensi dell’art. 133 codice penale, valutazione non consentita alla Corte di legittimità”.

Berlusconi, condannato definitivamente per frode fiscale, temporaneamente non resta tagliato fuori dalla politica. La corte d’Appello di Milano dovrà essere dunque riconvocata solo per definire una nuova durata dell’interdizione dai pubblici uffici, sostanzialmente l’impossibilità di fare ancora politica attiva, che in prima istanza era stata determinata in 5 anni.

La sentenza della Corte di Cassazione, emessa alle ore 19.40 di giovedì primo agosto ha fatto subito il giro del mondo: ha fatto, come si dice in gergo, “audience” nei notiziari televisivi e radiofonici e su internet, la carta stampata segue a ruota.

Dopo oltre 10 anni e dopo poco meno di sette ore di Camera di consiglio, la Corte di Cassazione ha posto sulla vicenda Mediaset la parola “fine”.

Vittorio Sgarbi ha affermato in un suo articolo su “Il Giornale”: “Nessun dubbio che l’attivismo della magistratura su questioni irrilevanti e contraddittorie, abbia come obiettivo di alterare la dialettica democratica e interferire sulle scelte autonome della politica. Mai il conflitto di poteri fu in così evidente contrasto con l’equilibro che essi dovrebbero mostrare”. Di certo, quella di Sgarbi, è un’opinione; di certo è un’opinione condivisa da milioni di persone in chiara opposizione a quanti (di certo i più) manifestano opinione diversa, di quanti da tempo aspettavano con ansia il crollo dell’Uomo-Berlusconi in quanto rappresentante di un’area politica che si vuole eliminare.

Non abbiamo mostrato mai eccessiva simpatia per Berlusconi, né intendiamo averla ora, ma diciamo chiaramente che temiamo gli odi viscerali, temiamo le prese di posizioni assolutistiche e di parte, temiamo un’ulteriore perdita di pezzi di democrazia che possa portare il Paese allo sfacelo in nome di presunte “Primavere”, oppure di “Sol dell’avvenire” a suon di purghe per chi la pensa diversamente dal potere di turno.

Chi è più avanti negli anni ricorda il Sessantotto e cosa ha provocato “dopo”, e ricorda quale è stato il risultato di “mani pulite” con magistrati che poi sono passati alla cosiddetta politica. C’è chi ricorda anche storie più brutte e comprende, suo malgrado, come la democrazia sia un’utopia dell’uomo e comprende che chi ha il “potere” lo utilizza sempre, in modo o in un altro, a discapito del concorrente, di qualsiasi colore esso sia.

Da tempo il Paese-Italia ha perso il suo equilibrio: le responsabilità non stanno mai solo da una parte.

I vent’anni di Berlusconi sono finiti? Affare suo e della sua area politica? No, “affare” di tutti gli italiani, soprattutto di tutti coloro che preferiscono delegare ad altri la loro volontà di agire e pensare, o di quanti preferiscono seguire lo showman del momento, o di quanti si riferiscono a ideali (di “sinistra” o di “destra”) che sono stati spazzati via dalla storia.

C’è da chiedersi in cosa consiste la “politica del fare” là dove si alimentano continuamente e, ovviamente, strumentalmente le forti contrapposizioni, anziché ricercare giusti e necessari equilibri.

Probabilmente il peggio deve ancora arrivare…

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One Thought to “Berlusconi ko? È un problema di tutti gli italiani”

  1. Qualunque cosa si faccia o si dica ha sempre una valenza doppia. La legalità non è mai assoluta per noi uomini. Ecco perchè ognuno può dire di tutto ed il suo contrario.
    A questo punto conviene solo valutare i fatti avvenuti e non il fiume di parole dette. A prescindere di come sto io, negli ultimi venti anni dove è andata la nostra democrazia? siamo riusciti a dare degli impulsi positivi? Se siamo rimasti indietro un motivo ci sarà? o no! Non possiamo gattopardescamente cambiare tutto per lasciare le cose come stanno. Riprendiamoci la dignità e chiediamo a chi ha una qualunque responsabilità, dal bidello a presidente della Cassazione di avere un poco di attenzione per l’altro. Auguri.

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