Da quarant’anni almeno i radicali propongono che alla droga libera, che si trova dappertutto, all’angolo della strada, nelle scuole o in carcere, si sostituisca una serie di misure per regolamentarne per legge la presenza nella società. Piuttosto che fare la guerra alle piante come la canapa indiana, la foglia di coca o il papavero e ai prodotti raffinati stupefacenti, occorre affrontare il fenomeno non come un problema di ordine pubblico, bensì come un problema di salute per coloro che ne fanno un uso problematico. L’antiproibizionismo radicale non è una…
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