Menzogne tra satira e realtà, tra silenzio e slogan(s)

di Guido Di Stefano    Siamo tuttora convinti che la satira, avvalendosi anche di  fumetti,  serva a veicolare la verità;  che la realtà debba essere illuminata dalla verità; che il silenzio debba rappresentare un passaggio di riflessione, apprendimento e maturazione e non essere la tomba della verità; che gli slogans debbano sintetizzare un programma costruttivo e non proclamare ufficialmente il trionfo del vuoto di chi li strombazza senza sosta e il disprezzo, in essi mascherato, verso i destinatari, verso l’umanità.

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Lo scrisse Dante

di Guido Di Stefano Dante Alighieri il sommo vate della letteratura italiana! Un uomo di ingegno vivo e “solare” che praticò la politica come servizio della comunità, non risparmiando critiche all’imperatore (che sognava)e anatemi al papa quale gestore di un blasfemo potere temporale!

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Guai ai piccoli, agli umili, ai poveri

Di Guido Di Stefano      Guai ai piccoli, agli umili, ai poveri, ai semplici, agli uomini retti e di buona volontà; guai ai popoli, alle nazioni, al genere umano: insomma guai a chi non ha le armi e le forze per difendersi e offendere; guai a chi non risponde alla malvagità con la malvagità; e ancora di più guai a chi non riesce ad individuare con esattezza i veri nemici, artisti della mimetizzazione e della disinformazione,  grandi ammaliatori ( o corruttori se volete) che per ogni “Homo gloriosus” (uomo…

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I nuovi nobili e altre offese alla Costituzione

di Guido Di Stefano    La Carta Costituzionale sancì “da subito” l’uguaglianza di tutti i cittadini: via quindi come parametri di valutazione sesso, razza, religione, censo, professione, cultura, prestanza fisica  e nobiltà con relativi privilegi. La Repubblica Italiana non riconosceva i titoli nobiliari e ogni eventuale privilegio fino ad allora concesso ai nobili: i privilegi non erano (giustamente) diritti acquisiti. Mai più le vecchie sperequazioni. Chiunque poteva essere rappresentante del popolo purché dal popolo stesso eletto nel contesto della competizione tra partiti, veri garanti (a meno di derive) della democrazia.

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Dov’è Caino?

di Guido Di Stefano    Non chiediamo dove è il biblico primogenito di Adamo ed Eva, colpevole certamente ma non irrimediabilmente irrecuperabile agli occhi degli uomini e del Signore, che così decretò la sua pena: “Sii maledetto lontano dalla terra bagnata per mano tua dal sangue di tuo fratello … ramingo e fuggiasco sarai sulla terra”. E lo segnò perché nessuno lo colpisse: già, perché Dio non ha mai ordinato la morte di alcun essere.

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L’arroganza del potere

di Guido Di Stefano    L’arroganza del potere è racchiusa in due semplici frasi, diventate ormai due “leit-motiv” di tanti residenti nelle stanze del potere, di cui (forse) chi le pronuncia non ne comprende le più profonde implicazioni. Forse, scriviamo: perché il “sorrisino” canzonatorio stampato sul loro bronzeo viso (mentre noi cittadini ci sentiamo offesi, oltraggiati, schiaffeggiati e trattati da schiavi ebeti) sembra indicare che vogliono trasmetterci il loro vero pensiero tramite messaggi che nemmeno dittatori e tiranni hanno mai pronunciato o reiterato. Si dice, e forse è vero,  che…

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Senza opposizione muore anche la speranza

di Guido Di Stefano    Ci riferiamo all’opposizione ragionata, ponderata, costruttiva; a quella che mira ad interagire con i poteri tramite confronto, dialogo, comprensione per elaborare insieme le soluzioni migliori per le genti, per l’umanità. Non vogliamo affatto difendere l’opposizione becera del “no” fine a se stesso o peggio ancora del “no” perché la giusta idea è stata concepita dagli “altri”, trattati come nemici e non come interlocutori.

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Prima di tutto l’Uomo

Riflessioni a margine di un “j’accuse” del “The New York Times”  di Guido Di Stefano    Sono parole di Nazim Hikmet-Ran, poeta turco naturalizzato polacco e residente anche a Mosca dove morì, rese eterne nella “lettera al figlio”, una poesia che è un vero testamento spirituale per tutta l’umanità. Comunista romantico o rivoluzionario romantico è stato definito. Noi aggiungiamo: un uomo libero,

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Dal politichese all’era dei due Mattei, unica costante il vuoto

Sembra ieri. E invece sono passati più di una ventina d’anni da quando il panorama politico italiano era pieno di uomini un po’ grigi, vestiti tutti più o meno nello stesso modo un po’ raffazzonato (come se fossero stati calati dentro i loro abiti senza far troppo cura a che questi cadessero bene sulla figura di chi li indossava) e che avevano la caratteristica peculiare di infarcire le proprie frasi di terminologie astruse e di un linguaggio quasi iniziatico che qualche accorto cronista (i primi furono negli anni cinquanta) finì…

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A chi giova la tensione?

A chi giova la tensione? Cui prodest? di Guido Di Stefano    A chi giova questo crescente stato di tensione? A chi giovano i venti di guerra? A chi giovano le fulminee fiamme che lambiscono ogni angolo della terra?    Riteniamo doveroso  “servire” la verità a prescindere da tutte le “nobili” motivazioni (vere foglie di fico per nascondere le nudità dei re) con cui ci viene artatamente ostacolata la visione globale e otteniamo l’immediata  risposta (certo al negativo): non giovano ai popoli, non giovano  all’umanità!

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Terrorismo e terrorismo

Di Agostino Bonfiglio Già da diversi decenni si ha a che fare con il terrorismo, una piaga (in passato e anche oggi) presente in diverse parti del mondo, dall’America latina all’Asia, e anche in Europa (dal terrorismo basco a quello dell’Ira, o agli attentati a Londra e i recenti a Parigi) per non parlare di quello di casa nostra degli Anni di piombo, delle Brigate rosse. Il terrorismo islamico, per le sue atrocità, si è “conquistato” le prime pagine dei giornali mondiali, imponendosi sulla situazione geo-politica dei paesi arabi.

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Quando non si capisce…

Di Guido Di Stefano    Quando non si capisce quello che si è letto e non si capisce (o non si sa leggere) quello che si è scritto si può definire il fatto con l’espressione “analfabetismo strutturale” (definizione U.S.A.). E’ un fenomeno in crescente diffusione nel civilizzatissimo Occidente e su esso sono stati  condotti dettagliati studi  negli “States”, che ne hanno dato comunicazione al mondo.

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Del giornalismo in tempo di guerra (santa, laica o finta che sia)

di Marco Di Salvo “embedded : agg. trad. incorporato, incassato, inserito, incastrato. Nel linguaggio giornalistico, di inviato di guerra, che opera incorporato in una delle unità combattenti” Di giornalismo “embedded” si cominciò a parlare esplicitamente, nei media americani, ai tempi della prima guerra nel Golfo, nell’ormai lontano 1991, anche se si realizzò ufficialmente solo nel 2003, quando 775 reporter furono di fatto aggregati formalmente alle truppe americane durante l’invasione dell’Iraq, firmando un contratto che limitava (e di molto) la loro funzione di reporter indipendenti.

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Ci nascondono qualcosa?

Di Guido Di Stefano Ci chiediamo da tempo con crescente apprensione: apprensione che ultimamente raggiunge i confini dell’incubo. Leggendo parole, proclami e minacce urlate contro Putin da Obama e dal suo entourage restiamo quantomeno perplessi; quando poi il tutto viene riecheggiato ed amplificato dalle corti europee, molto attive nel passare alle vie di fatto, ci investono i timori e gli interrogativi.

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