MUOS, perché Renzi tace?

Di Salvo Barbagallo Muos, perché Matteo Renzi tace? L’interrogativo è soltanto retorico: sappiamo bene perché il premier tace sulla delicata vicenda del MUOS. E’ la stessa ragione per la quale tacciono Paolo Gentiloni (PD, ministro Affari Esteri e Cooperazione internazionale) e Roberta Pinotti (PD, ministro della Difesa): prima di parlare devono trovare una via d’uscita per una questione che presenta aspetti complessi, di varia natura e a livelli diversi.

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Le radici della Sicilia “moderna”

Di Carlo Barbagallo   Da dove nasce la Sicilia moderna, quella di oggi, cioè? Non dobbiamo andare, in fin dei conti, troppo lontano: la Sicilia d’oggi “nasce” con la concessione da parte dello Stato Italiano dell’Autonomia Speciale, nel… del 1946. Ma perché alla Sicilia venne concessa un’Autonomia Speciale? Perché avvenimenti burrascosi l’avevano preceduta all’indomani dello sbarco angloamericano nell’Isola, in quel non lontano luglio del 1943, e subito dopo, e durante, l’occupazione militare da parte dei nemici che diventeranno alleati dopo la caduta di Mussolini.

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La tela del ragno di Matteo Salvini

Di Salvo Barbagallo No, Matteo Salvini non è sbarcato in Sicilia attraversando lo Stretto a nuoto come ha fatto Beppe Grillo il 9 ottobre del 2012 (sembra trascorso un secolo da quell’impresa!): Salvini ha preferito l’aereo, un mezzo più riservato, tranquillo e meno appariscente. Allora Beppe Grillo non si era reso conto che aveva anticipato i tempi, non poteva prevedere che quello poteva essere il destino dei Siciliani per raggiungere il Continente o tornare nell’Isola: a quell’epoca, infatti,

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Maestri di tifo e ipocrisia

Di Guido Di Stefano      Siamo proprio persi: tutti i popoli che  “distratti” (o forse miopi) loro rappresentanti hanno soggiogato alla deleteria e sempre più arrogante tirannia degli imperi finanziari. Lo raccontano crudamente  i fatti e lo accennano in modo edulcorato le cronache: i non eletti (alacremente coadiuvati dai “non statisti” di turno) pretendono di comandare “in toto” gli stati sovrani e se necessario di “cancellarli”, usando all’uopo tutte le armi e gli strumenti consentiti da  leggi e regolamenti quantomeno strani (ma “regolarmente” imposti).

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Dopo l’ubriacatura per l’elezione del Presidente

Di Salvo Barbagallo Dopo l’ubriacatura generale per l’elezione del Presidente della Repubblica, gli italiani si sono risvegliati chiedendosi “E ora cosa cambierà?”. Sommersi da una elezione-show condotta con maestria sul filo del thrilling grazie (forse) a una inconsapevole connivenza dei mass media che hanno esaltato l’evento, gli italiani si sono risvegliati e (forse) hanno preso consapevolezza che, su quanto accaduto, tutti loro (o quasi) non avevano avuto la possibilità di esprimere in merito il loro pensiero, positivo o negativo che fosse.

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Mattarella: dal passato al presente verso il futuro

Di Salvo Barbagallo   Siamo ancora (forse) troppo legati al ricordo dell’originario PCI (Partito Comunista Italiano, per chi avesse dimenticato anche il significato della sigla), quel PCI fatto dai Togliatti e dai Berlinguer, quel PCI strettamente legato all’Unione Sovietica e ai metodi stalinisti, per comprendere pienamente la profonda trasformazione che “quel” partito ha avuto nel corso degli ultimi decenni e, soprattutto, nel corso degli ultimi anni. Lo diciamo con franchezza: a tutt’oggi non comprendiamo il “fenomeno Renzi”.

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Militi ignoti di guerre povere

Di Guido Di Stefano      Ci ripetono sempre che l’unione rende più forti, perché le grande aggregazioni comportano enormi benefici a fronte di modesti doveri supplementari. Senza dubbio sarà vero in altri contesti del mondo, dove magari vige pure il detto “Meglio una pace silente ed ingloriosamente vitale piuttosto che una guerra fragorosa ed eroicamente mortale”. Non è mai illustrato abbastanza che in guerra a lasciarci la pelle sono poi gli umili di sempre e a trarne vantaggi sono  i potenti di turno.

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Sicilia, porta dell’Eldorado o porta dell’inferno?

Di Salvo Barbagallo   Troppo presi (forse) dai problemi del quotidiano, per i Siciliani è diventato un “fatto” scontato la presenza di centinaia e centinaia di migranti che provengono da Paesi in guerra al di là del Mediterraneo. In Sicilia la questione dell’integrazione fra le genti non si è mai (o quasi mai) posta sin dai tempi antichi. In Sicilia non si è posta mai (o quasi mai) una “questione” di “incompatibilità” di religioni

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