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In edicola > Articoli pubblicati > N°13-14 2010
Dopo il disastro nulla viene fatto per evitare che BP sparisca dalla circolazione
Goldman Sachs si è liberata di gran parte del suo portafoglio di azioni BP nei primi tre mesi del 2010: in un momento del tutto neutro, e senza apparenti motivi
Di Mirco Arcangeli
Dopo tre lunghi mesi di fuoriuscita di petrolio dalla falla della piattaforma semisommergibile Deepwater Horizon, che ha provocato la marea nera nel Golfo del Messico, forse si comincia ad intravvedere la speranza di fermare questo disastroso inquinamento. Il nuovo "tappo" pare che funzioni. Tre mesi di inquinamento inarrestabile, intenso e di dimensione incalcolabile che vede un unico responsabile: la British Petroleum. Una multinazionale che non ha mai fatto mancare la garanzia di voler risarcire il danno ecologico ed eco ambientale, ma che contro la quale "stranamente" oltre a minacce più o meno forti, al momento nulla si è fatto.
Certo le cose sono strane: in Italia se hai un debito con lo Stato che non onori nei termini, viene iscritta ipoteca (o sequestro conservativo) con lo scopo di garantirsi che il debitore non distragga il proprio patrimonio a danno del creditore. In USA con un danno di tal misura nulla viene fatto per evitare che BP sparisca dalla circolazione con il bottino ancora a disposizione. Sicuramente, l'enormità del disastro ecologico si traduce ogni giorno che passa in tanti nuovi dollari da far sborsare alla Bp. Ma proviamo a rileggere la storia dall'inizio.
Si narra che il 20 aprile 2010 dalla piattaforma Deepwater Horizon, in seguito ad un cedimento strutturale bla, bla, bla, si apre una falla sottomarina dalla quale fuoriesce petrolio. La marea nera presto sconvolgerà ambiente marino, coste ed economia del territorio. Diversi Stati americani vedono così aggravarsi le loro speranza di ripresa e le loro aspettative di vita, già duramente provate dalla crisi finanziaria degli ultimi tre anni.
Attenzionando l'andamento delle azioni BP, qualcuno scopre che Goldman Sachs ha venduto 4.680.822 azioni di BP nel primo trimestre del 2010. Una vendita di azioni che ha superato di quasi due volte le transazioni degli altri enti possessori di titoli. Una vendita che rappresenta il 44 per cento del totale degli investimenti detenuti da Goldman Sachs su BP. Secondo alcuni "ricercatori" Goldman Sachs avrebbe intascato poco più di 266 milioni di dollari, stando al prezzo medio delle azioni di BP nel corso del trimestre. Se Goldman avesse venduto queste azioni oggi, il loro investimento avrebbe perso il 36 per cento del suo valore, o meglio avrebbe guadagnato "solo" 96 milioni dollari.
In sostanza Goldman Sachs si è liberata di gran parte del suo portafoglio di azioni BP nei primi tre mesi del 2010. In un momento del tutto neutro, e senza apparenti motivi, la famigerata banca ha venduto più di due volte di tutti gli altri detentori di azioni BP messi assieme. Ma come hanno fatto ad essere cosi tempestivamente previdenti?
La vendita e la sua stessa dimensione non appare usuale per una grande impresa di gestione patrimoniale. Wall Street brokerages acquista e vende di routine enormi blocchi di azioni per sé e per i loro clienti. Questa transazione potrebbe (meglio dovrebbe) accendere i riflettori ulteriormente su Goldman.
Indagando ulteriormente sulla società British Petroleum si può notare che a capo della stessa dal 1997 al 2009, è stato un signore irlandese che risponde al nome di Peter Sutherland, guarda caso oggi presidente di Goldman Sachs International, una sussidiaria che fa compravendita di azioni per la controllante Goldman Sachs Group.
Sbirciando nel curriculum di Peter Sutherland, si scopre che: Peter Sutherland, nato il 25 aprile 1946, è un vecchio uomo politico irlandese. E' presidente del European Policy Centre, di Goldman Sachs International, della BP (British Petroleum), e anche della sezione Europa della Commissione Trilaterale. E' anche membro del comitato di direzione del Gruppo Bilderberg. E' anche direttore non esecutivo della Royal Bank of Scotland. Dal 1985 al 1989, è stato in carica a Bruxelles in quanto Commissario responsabile della politica per la concorrenza. Dal 1989 al 1993, Peter Sutherland è stato Presidente di Allied Irish Bank. E' stato direttore generale di GATT e del WTO dal 1993 al 1995. E' stato membro dell'organismo direttivo dell' Investor AB fino all' 11 aprile 2005 e quello di Ericsson (di cui è stato direttore nel 1996) fino al 4 marzo 2004. E' stato anche amministratore di alibaba.com, società che ha diretto nel 2000. Peter Sutherland è anche il padrone europeo di Transatlantic Policy Network, un istituto euro-americano molto potente il cui obiettivo, secondo i testi ufficiali, è di far emergere un blocco euro-atlantico unificato in tutti gli ambiti, da quì al 2015.
Presidente di Goldman Sachs International e di BP, ossia delle due multinazionali che stanno affogando il mondo in una marea di merda nera. Secondariamente è membro del comitato direttore del gruppo Bilderberg e presidente della sezione Europa della Trilaterale. Non mancano le buone entrature vaticane, in qualità di "consultore della sezione straordinaria dell'Amministrazione del Patrimonio della Santa Sede".
Sono veramente tante le coincidenze.
Quando tutti sconsigliavano vendite massicce, c'era chi aveva venduto più di tutti e casualmente alcuni mesi prima di quel fatidico giorno di aprile. Come spesso accade, queste operazioni che fanno galleggiare mentre gli altri affondano, con fenomenali atti di preveggenza finanziaria, hanno una firma: Goldman Sachs.
È un nome ormai al centro di tutte le vicende chiave delle classi dirigenti dell'Impero. Incredibile il livello di penetrazione di dirigenti di provenienza Goldman Sachs in tantissimi ruoli fondamentali di governo, come se la banca fosse un'agenzia votata a formare governanti, ben oltre l'insider trading. E non solo nell'amministrazione Obama. La grande crisi finanziaria di questi anni vede alla guida di strutture finanziarie "fallimentari" (naturalmente per gli acquirenti), tanti uomini e donne di stretta osservanza Goldman, che riappaiono in tutte le vicende, e che tornano oggi a liquidarsi bonus da capogiro, dopo aver ridotto sul lastrico milioni di persone..
Un sorvegliato speciale, ma capace di essere oltraggioso e strafottente, per la sua capacità di penetrazione nei sistemi politici e di governo. E proprio per questo, comunque tranquillo.
E' proprio di questi giorni la multa record da 550 milioni di dollari, concordata con la Sec, per la causa fatta contro la superbanca d'affari e uno dei suoi vice presidenti lo scorso aprile, con l'accusa di truffa, per aver nascosto la reale natura di un prodotto finanziario basato su ipoteche e intrinsecamente progettato per fallire: a fallire ovviamente è stata una massa sterminata di acquirenti. Goldman è stata costretta ad ammettere di aver fornito informazioni incomplete agli investitori.
Qualcuno più in "alto" di noi dice che non esistono coincidenze ma che si tratta in realtà di convergenze. Sono del parere che se anche si discute di questioni ben più "basse", quelle fin qui esposte devono essere considerate, purtroppo, diaboliche convergenze.
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